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al testo di Salvatore Pizzo
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Ruffo di capo infine ci si posa nel recinto restando bolso e goffo gobbo con occhio rivolto alle righe neretto su rosa sporco del foglio giornale di un dì rarefatto e fulvo scuro oltre la vetrina a specchio. Opaco diletto dagli strani effetti, a darci lo sguardo: orgoglio ricaccia nel petto nero di piume a fumo, gerla gli anni piste sono le rughe in fronte fonde. E lui che, fatto, si dilunga piano nari dilatate inseguendone ombre sul ripiano del tavolo a capofitto pure aspirandone rumore di passi a notte che, intanto, s'accoscia goffa come fosse anch'essa di pongo impasto che dà forma ad incubi di strada.
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